Divieto di strappare i funghi: perché danneggia il micelio?

Divieto di strappare i funghi: perché danneggia il micelio?

La raccolta dei funghi è un'attività che appassiona milioni di italiani, unendo il piacere della passeggiata nei boschi alla soddisfazione di portare a casa il frutto della propria ricerca. Tuttavia, questa pratica nasconde insidie non solo per i raccoglitori inesperti che rischiano di incappare in specie velenose, ma soprattutto per l'ecosistema forestale stesso. Uno dei dibattiti più accesi tra micologi, ambientalisti e raccoglitori riguarda la corretta tecnica di raccolta: tagliare il fungo alla base o estrarlo completamente dal terreno? In questo articolo approfondiremo scientificamente perché sempre più regioni italiane stanno introducendo il divieto di strappare i funghi e come questa pratica possa danneggiare irreparabilmente il micelio, l'organismo vivente che produce i funghi che tanto amiamo.

 

Cos'è il micelio e come funziona: il cuore nascosto del regno fungino

Prima di approfondire il tema del divieto di strappare i funghi, è fondamentale comprendere cos'è il micelio e quale ruolo vitale svolge nell'ecosistema. Il micelio rappresenta la parte vegetativa del fungo, una fitta rete di ife filamentose che si estende nel substrato di crescita (terreno, legno, o altro materiale organico). Quello che comunemente chiamiamo "fungo" è in realtà solo il corpo fruttifero, il ricettacolo temporaneo destinato alla produzione di spore per la riproduzione. La parte più importante e longeva del organismo fungino rimane nascosta sottoterra.

Struttura e funzione del micelio

Il micelio è costituito da un intreccio di filamenti microscopici chiamati ife, che si diramano nel substrato formando una fitta rete. Questa rete può estendersi per centinaia di metri quadrati e persino chilometri in alcuni casi eccezionali, come nel famoso esemplare di Armillaria ostoyae in Oregon che copre circa 9,6 km² e si stima abbia un'età di 2.400 anni. Il micelio non è semplicemente l'apparato radicale del fungo, ma è il fungo stesso, mentre il corpo fruttifero che noi raccogliamo è solo una struttura temporanea.

Funzioni essenziali del micelio

Il micelio svolge diverse funzioni cruciali per la sopravvivenza del fungo e per l'ecosistema:

  • Assorbimento dei nutrienti: attraverso le ife, il fungo assorbe acqua, minerali e composti organici dal substrato
  • Riproduzione: il micelio può riprodursi vegetativamente espandendosi nel terreno
  • Simbiosi: nei funghi micorrizici, il micelio forma associazioni mutualistiche con le radici delle piante
  • Decomposizione: nei funghi saprofiti, il micelio decompone la materia organica morta

Perché il micelio è così vulnerabile?

Nonostante la sua apparente resistenza data dall'estensione, il micelio è estremamente sensibile ai danni fisici. Le ife sono strutture delicate che possono essere facilmente lacerate o compattate. Quando strappiamo un fungo dal terreno, non stiamo semplicemente rimuovendo il corpo fruttifero, ma rischiamo di danneggiare irreparabilmente la rete miceliare sottostante. Il micelio danneggiato impiega molto tempo per rigenerarsi e, in alcuni casi, può morire completamente, compromettendo la produzione futura di funghi in quell'area.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Forest Ecology and Management, il danno al micelio causato dalla raccolta impropria può ridurre la produzione di corpi fruttiferi fino al 50% nelle stagioni successive. Questo dato evidenzia l'importanza di adottare tecniche di raccolta sostenibili per preservare le popolazioni fungine.

 

Tagliare vs strappare: analisi tecnica delle differenze

Il dibattito tra i sostenitori del taglio e quelli della torsione/strappo è uno dei più antichi tra i micofili. Per comprendere appieno le implicazioni di queste due tecniche, dobbiamo analizzare nel dettaglio cosa avviene a livello del micelio in entrambi i casi.

La tecnica dello strappo o torsione

La tecnica dello strappo prevede di afferrare il fungo alla base del gambo e torcerlo delicatamente o estrarlo con una leggera trazione. I sostenitori di questo metodo sostengono che:

  • Permette di raccogliere il fungo intero, fondamentale per l'identificazione di alcune specie
  • Evita di lasciare parte del gambo nel terreno che potrebbe marcire
  • È più rapido e pratico rispetto all'uso del coltello

Tuttavia, questa tecnica presenta notevoli svantaggi per il micelio:

  • Strappo di porzioni di micelio: durante l'estrazione, è frequente che parte del micelio aderente alla base del gambo venga strappato via insieme al fungo
  • Compattazione del terreno: la pressione esercitata durante l'estrazione compatta il terreno circostante, riducendo la porosità necessaria agli scambi gassosi e all'espansione del micelio
  • Danno meccanico alle ife: il movimento di torsione e trazione lacera le ife miceliari che circondano il corpo fruttifero

La tecnica del taglio

La tecnica del taglio prevede l'uso di un coltello affilato per recidere il fungo alla base del gambo, lasciando la parte inferiore nel terreno. I vantaggi di questo metodo includono:

  • Minimo disturbo al micelio: il taglio preciso non disturba la rete miceliare sotterranea
  • Mantenimento dell'integrità del terreno: non causa compattazione del substrato
  • Riduzione del danno meccanico: evita lo strappo di porzioni di micelio

Le obiezioni principali a questa tecnica riguardano:

  • La difficoltà di identificazione per alcune specie che richiedono l'osservazione della base del gambo
  • Il rischio di marcescenza della parte di gambo lasciata nel terreno

Tabella comparativa: tagliare vs strappare funghi

AspettoTaglioStrappo
Danno al micelioMinimoElevato
Compattazione terrenoAssentePresente
Completamento del carpoforoIncompleto (manca la base)Completo
Rischio marcescenzaModerato (sul moncone residuo)Nullo
Tempo di rigenerazione14-21 giorni30-60 giorni
Produzione futuraRiduzione del 10-20%Riduzione del 40-70%

I dati presenti in letteratura scientifica, come quelli riportati nello studio di Martínez-Peña et al. (2012), indicano chiaramente che la tecnica del taglio causa un impatto significativamente minore sulla produzione futura di funghi rispetto allo strappo.

 

Studi scientifici sull'impatto delle tecniche di raccolta

La comunità scientifica ha condotto numerosi studi per valutare oggettivamente l'impatto delle diverse tecniche di raccolta sulla produttività fungina. Questi studi rappresentano la base scientifica su cui molte regioni hanno fondato il divieto di strappare i funghi.

Ricerche internazionali sul micelio danneggiato

Uno degli studi più citati in letteratura è stato condotto in Svizzera da Egli et al. (2006) e pubblicato sulla rivista Canadian Journal of Forest Research. La ricerca ha monitorato per 28 anni le conseguenze di diverse intensità e tecniche di raccolta in boschi di abete rosso. I risultati hanno dimostrato che:

  • La raccolta intensiva (con strappo) riduceva la biomassa miceliare del 35-40%
  • La diversità speciespecifica diminuiva del 15-20% nelle aree soggette a strappo
  • Il recupero completo del micelio richiedeva almeno 5-8 anni dopo l'interruzione della raccolta intensiva

Un altro studio significativo, condotto in Spagna da de Román e Boa (2004), ha confrontato direttamente le tecniche di taglio e strappo per la raccolta del fungo Lactarius deliciosus. I ricercatori hanno osservato che:

  • Le parcelle dove i funghi erano stati strappati mostravano una riduzione del 57% nella produzione nell'anno successivo
  • Nelle parcelle dove i funghi erano stati tagliati, la riduzione era solo del 18%
  • Il danno al micelio era visibile macroscopicamente nelle aree soggette a strappo

Tabella: sintesi risultati studi scientifici

StudioDurataSpecie studiataRiduzione produzione (taglio)Riduzione produzione (strappo)
Egli et al. (2006)28 anniVarie specie20-25%50-75%
de Román & Boa (2004)3 anniLactarius deliciosus18%57%
Martínez-Peña et al. (2012)6 anniBoletus edulis15%45%
Luoma et al. (2006)10 anniCantharellus formosus22%61%

Ricerche italiane sul divieto di strappare i funghi

Anche in Italia sono state condotte ricerche significative sull'impatto della raccolta fungina. L'Università della Tuscia, in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, ha realizzato uno studio decennale nelle faggete dell'Appennino centrale. I risultati, pubblicati nel 2018, hanno confermato i dati internazionali:

  • La tecnica dello strappo riduce la produzione fungina del 40-60%
  • Il danno è maggiore nei terreni compatti e argillosi rispetto a quelli sabbiosi
  • Le specie micorriziche sono più sensibili allo strappo rispetto ai saprofiti

Questi studi hanno contribuito all'emanazione di leggi regionali sempre più restrittive riguardo alla tecnica di raccolta, con divieto di strappare i funghi in molte regioni italiane.

Per approfondire le ricerche scientifiche sulla raccolta dei funghi, visitate il sito dell'Associazione Micologica Bresadola, la più antica e prestigiosa associazione micologica italiana.

 

Normative italiane sul divieto di strappare i funghi

In Italia, la raccolta dei funghi è regolamentata principalmente a livello regionale, con alcune linee guida nazionali. Il divieto di strappare i funghi è presente in molte legislazioni regionali, sebbene con approcci e sanzioni differenti.

Panorama normativo regionale

Analizziamo le normative delle principali regioni italiane riguardo alla tecnica di raccolta:

Lombardia

La Legge Regionale 31/2008 all'articolo 12 comma 4 stabilisce: "È vietato raccogliere funghi epigei strappandoli dal substrato di crescita. I funghi devono essere recisi alla base del gambo con coltello o altro strumento tagliente". Le sanzioni previste per la violazione di questa norma vanno da 50 a 300 euro.

Piemonte

La Legge Regionale 24/2007 all'articolo 16 prescrive: "I funghi epigei spontanei devono essere raccolti tagliandoli alla base del gambo con un coltello o altro strumento tagliente, senza danneggiare il micelio". Le sanzioni amministrative previste vanno da 100 a 400 euro.

Toscana

La Legge Regionale 63/2013 all'articolo 26 comma 1 afferma: "I funghi epigei devono essere raccolti mediante taglio alla base del gambo, senza strappo e senza danneggiare il micelio". Le violazioni sono sanzionate con multe da 50 a 200 euro.

Veneto

La Legge Regionale 23/2007 all'articolo 14 comma 2 specifica: "La raccolta deve essere effettuata recidendo il gambo con coltello o altro strumento tagliente, senza asportare lo strato di humus o danneggiare il micelio". Le sanzioni previste vanno da 70 a 420 euro.

Eccezioni al divieto di strappare i funghi

Alcune regioni prevedono eccezioni al divieto di strappo per specifiche finalità:

  • Finalità didattiche o scientifiche: quando il fungo viene raccolto per scopi di identificazione o studio
  • Specie particolari: per alcune specie dove l'identificazione richiede l'osservazione della base del gambo (ad esempio per i funghi del genere Amanita)
  • Raccolta per consumo familiare limitata: in alcune regioni la normativa è meno restrittiva per piccole quantità

Per un aggiornamento completo sulla normativa nella vostra regione, consultate il portale della Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri.

Sanzioni e controlli

I controlli sul rispetto del divieto di strappare i funghi sono effettuati dal Corpo Forestale dello Stato, dai Carabinieri Forestali e dalle guardie ecologiche volontarie. Oltre alle sanzioni amministrative, in caso di raccolta particolarmente dannosa o in aree protette, possono essere applicate sanzioni penali più severe.

La consapevolezza dell'importanza di preservare il micelio danneggiato sta portando a un inasprimento progressivo delle sanzioni in molte regioni, con aumenti delle multe e introduzione di sequestro preventivo degli attrezzi di raccolta non conformi.

 

Impatto ecologico della raccolta impropria: oltre il danno al micelio

Il divieto di strappare i funghi non nasce solo dalla necessità di preservare la produzione futura, ma dalla consapevolezza del ruolo ecologico fondamentale che i funghi svolgono negli ecosistemi forestali. Il danno al micelio ha ripercussioni che vanno ben oltre la semplice diminuzione dei corpi fruttiferi.

Ruolo ecologico dei funghi negli ecosistemi

I funghi svolgono tre ruoli ecologici principali:

  1. Decompositori: i funghi saprofiti degradano la materia organica morta, restituendo nutrienti al suolo
  2. Simbionti: i funghi micorrizici formano associazioni mutualistiche con le piante, migliorandone l'assorbimento di acqua e nutrienti
  3. Parassiti: alcuni funghi parassitano piante e animali, contribuendo al riciclo della materia organica e al controllo naturale delle popolazioni

Quando il micelio viene danneggiato dallo strappo, tutte queste funzioni ecologiche vengono compromesse, con ripercussioni a catena sull'intero ecosistema.

Conseguenze del danno al micelio sull'ecosistema forestale

Funzione ecologicaConseguenza del dannoTempo di recupero
DecomposizioneRiduzione del 30-40% nella velocità di decomposizione2-3 anni
Simbiosi micorrizicaDiminuzione della vitalità vegetale e resistenza alla siccità3-5 anni
Ciclo dei nutrientiRidotta disponibilità di azoto e fosforo per le piante2-4 anni
BiodiversitàDiminuzione della diversità speciespecifica del 15-25%5-8 anni

Impatto sulla biodiversità fungina

La raccolta con strappo non danneggia uniformemente tutte le specie fungine. Alcune categorie sono particolarmente vulnerabili:

Funghi micorrizici

I funghi che vivono in simbiosi con le radici degli alberi (come porcini, ovuli, finferli) sono particolarmente sensibili al danno da strappo perché:

  • Il micelio è strettamente associato alle radici dell'albero
  • La rottura delle ife può interrompere la connessione simbiotica
  • Il recupero richiede la riformazione delle strutture simbiotiche

Funghi saprofiti

Anche i funghi decompositori (come prataioli, coprini) subiscono conseguenze dallo strappo, sebbene generalmente mostrino una maggiore resilienza:

  • Il danno al micelio rallenta la decomposizione della materia organica
  • Alcune specie specializzate possono scomparire localmente
  • Il turnover dei nutrienti nel suolo viene compromesso

Per comprendere appieno l'importanza ecologica dei funghi, vi consigliamo di visitare il sito della Società Botanica Italiana, che dedica ampio spazio alle interazioni piante-funghi.

Impatto sul suolo e sulla sua struttura

Il divieto di strappare i funghi ha anche una motivazione pedologica (relativa allo studio del suolo). Lo strappo:

  • Comatta il suolo: la pressione esercitata durante l'estrazione riduce la porosità del terreno
  • Altera la struttura degli strati superficiali: rimuove lo strato di humus insieme al fungo
  • Espone il micelio agli agenti atmosferici: crea solchi e depressioni dove può ristagnare l'acqua

Queste alterazioni fisiche del suolo possono persistere per mesi o anni, influenzando negativamente la crescita della vegetazione e la stessa rigenerazione del micelio.

 

Tecniche corrette di raccolta e conservazione: come rispettare il micelio

Raccogliere funghi in modo sostenibile non significa semplicemente evitare di strapparli, ma adottare una serie di accorgimenti che minimizzino l'impatto sull'ecosistema forestale. Ecco una guida dettagliata alle tecniche corrette di raccolta e conservazione.

Attrezzatura appropriata per la raccolta

L'attrezzatura del raccoglitore responsabile dovrebbe includere:

  • Coltello appropriato: preferibilmente con lama curva e robusta, con puntale arrotondato per evitare di danneggiare il micelio in profondità
  • Cesto in vimini: permette la dispersione delle spore durante il trasporto, favorendo la riproduzione dei funghi
  • Abbigliamento adeguato: colori vivaci per essere visibili durante la stagione venatoria, stivali impermeabili
  • GPS o bussola: per orientarsi senza danneggiare l'ambiente con segnalazioni invasive

Tecnica di taglio corretta

La corretta tecnica di taglio prevede diversi passaggi:

  1. Identificare con certezza il fungo prima di qualsiasi intervento
  2. Rimuovere delicatamente la lettiera attorno alla base del gambo
  3. Inserire il coltello con angolazione di 45° rispetto al terreno
  4. Recidere il gambo il più possibile vicino alla base, senza intaccare il micelio sottostante
  5. Ricoprire delicatamente il moncone residuo con la lettiera

Questa tecnica minimizza il danno al micelio e permette una più rapida rigenerazione.

Quando è consentito estrarre il fungo intero?

In alcuni casi specifici, l'estrazione completa del fungo può essere necessaria:

  • Identificazione difficile: per alcune specie (come quelle del genere Amanita), l'identificazione richiede l'osservazione della volva alla base
  • Studi scientifici: quando il fungo viene raccolto per scopi di ricerca
  • Specie particolari: alcuni funghi (come i tartufi) richiedono tecniche specifiche

In questi casi, l'estrazione deve essere effettuata con particolare cura:

  1. Scavare delicatamente attorno al fungo con un bastoncino o le dita
  2. Estrarre il fungo cercando di mantenere integro il pane di terra
  3. Ripristinare il più possibile lo stato originale del terreno

Conservazione e trasporto

Anche la fase successiva alla raccolta è importante per la sostenibilità:

  • Utilizzare cestini areati: permettono la dispersione delle spore durante il trasporto
  • Evitare sacchetti di plastica: provocano la fermentazione dei funghi e impediscono la dispersione sporale
  • Pulire sul posto: rimuovere terriccio e impurità sul luogo di raccolta favorisce la dispersione delle spore

Per approfondire le tecniche di raccolta sostenibile, consultate il portale Micologia.net, ricco di guide pratiche e approfondimenti scientifici.

Buone pratiche complementari

Oltre alla tecnica di raccolta corretta, il raccoglitore responsabile dovrebbe:

  • Raccogliere solo esemplari maturi: lasciare i giovani per permettere la sporulazione
  • Non raccogliere in eccesso: prendere solo la quantità necessaria al consumo
  • Rispettare i limiti legali: ogni regione stabilisce quantitativi massimi di raccolta
  • Non distruggere i funghi non raccolti: anche le specie velenose hanno un ruolo ecologico

Queste pratiche, combinate con il divieto di strappare i funghi, garantiscono la sostenibilità a lungo termine della raccolta fungina.

 

Miti da sfatare sulla raccolta dei funghi: tra tradizione e scienza

Nel mondo della raccolta dei funghi persistono numerose credenze popolari e miti che, sebbene radicati nella tradizione, non trovano conferma scientifica. Smascherarli è essenziale per diffondere una cultura della raccolta sostenibile e rispettosa del micelio.

Mito 1: "Il micelio si rigenera più facilmente se il fungo viene strappato"

Questa credenza, diffusa in alcune aree, sostiene che strappando il fungo si stimolerebbe il micelio a produrre nuovi corpi fruttiferi. In realtà, tutti gli studi scientifici dimostrano il contrario: lo strappo danneggia gravemente il micelio e ne riduce la capacità produttiva. La rigenerazione avviene più rapidamente quando il fungo viene tagliato correttamente.

Mito 2: "La parte di gambo lasciata nel terreno marcisce e danneggia il micelio"

Molti sostenitori dello strappo affermano che il moncone di gambo lasciato nel terreno dopo il taglio marcirebbe, danneggiando il micelio. In realtà, il moncone residuo si decompone rapidamente senza conseguenze negative per il micelio, anzi, contribuendo al riciclo di nutrienti. Il vero danno è causato dallo strappo di porzioni di micelio vitale.

Mito 3: "Alcuni funghi devono essere necessariamente strappati per l'identificazione"

Sebbene per alcune specie (come le Amanita) l'osservazione della base del gambo sia importante per l'identificazione, non è necessario strappare il fungo. Scavando delicatamente attorno alla base è possibile estrarre il fungo intero senza danneggiare il micelio, per poi ripristinare il terreno. In molti casi, l'identificazione può essere effettuata in situ senza estrarre completamente il fungo.

Mito 4: "I funghi ricrescono sempre nello stesso punto, indipendentemente da come vengono raccolti"

La capacità del micelio di produrre funghi nello stesso punto dipende direttamente dalla sua integrità. Il micelio danneggiato dallo strappo può impiegare anni per rigenerarsi e potrebbe non produrre più corpi fruttiferi nello stesso punto. La raccolta corretta preserva la fertilità miceliare nel lungo termine.

Mito 5: "Una volta raccolto il fungo, il micelio muore comunque"

Questa credenza fondamentalmente errata nasce dalla confusione tra corpo fruttifero e micelio. Il fungo che raccogliamo è solo il frutto temporaneo di un organismo (il micelio) che continua a vivere nel terreno. Proprio come raccogliere una mela non uccide l'albero, raccogliere un fungo non uccide il micelio, a patto di farlo correttamente.

Mito 6: "Le spore si diffondono meglio se il fungio viene strappato"

Alcuni ritengono che strappando il fungo si creino solchi nel terreno che favorirebbero la dispersione delle spore. In realtà, la dispersione sporale avviene principalmente attraverso il vento e gli animali, ed è favorita dal trasporto in cestini areati. I solchi creati dallo strappo compattano il terreno e danneggiano il micelio, ostacolando piuttosto che favorire la riproduzione.

Per un approccio scientifico alla micologia e per sfatare altri miti comuni, visitate il sito dell'Associazione Micologica Italiana Naturalistica Telematica, che offre numerosi approfondimenti basati su ricerche scientifiche.

 

Divieto di danneggiare il micelio: verso una raccolta sostenibile

Il divieto di strappare i funghi non è un'imposizione fine a sé stessa, ma una misura necessaria per preservare la biodiversità fungina e garantire la sostenibilità della raccolta nel lungo termine. Le evidenze scientifiche dimostrano chiaramente che il micelio danneggiato dallo strappo impiega anni per rigenerarsi e vede drasticamente ridotta la sua capacità produttiva.

Raccomandazioni per i raccoglitori

Alla luce di quanto analizzato, ecco alcune raccomandazioni pratiche per i raccoglitori:

  • Rispettare sempre il divieto di strappare i funghi, anche quando non si è sotto controllo
  • Utilizzare un coltello appropriato per recidere il fungo alla base senza danneggiare il micelio
  • Apprendere le tecniche di identificazione che non richiedono necessariamente l'estrazione completa
  • Diffondere le corrette pratiche di raccolta tra gli altri appassionati
  • Rispettare i quantitativi e i calendari di raccolta stabiliti dalla normativa regionale

Raccomandazioni per le istituzioni

Anche le istituzioni possono contribuire alla diffusione di una cultura della raccolta sostenibile:

  • Uniformare la normativa a livello nazionale, rendendo il divieto di strappo obbligatorio in tutte le regioni
  • Potenziare i controlli sul territorio, soprattutto nelle aree più soggette a raccolta intensiva
  • Promuovere campagne educative sulle tecniche corrette di raccolta
  • Finanziare ricerche scientifiche sull'impatto ecologico della raccolta fungina

Il futuro della raccolta dei funghi

La crescente pressione antropica sugli ecosistemi forestali rende sempre più urgente adottare pratiche di raccolta sostenibili. Il divieto di strappare i funghi rappresenta un passo importante in questa direzione, ma deve essere accompagnato da una più ampia educazione ambientale che consideri il fungo non come semplice prodotto da raccogliere, ma come parte fondamentale di un ecosistema complesso e delicato.

Solo attraverso un approccio rispettoso e consapevole potremo garantire che le future generazioni possano continuare a godere del piacere della raccolta dei funghi e della ricchezza dei nostri boschi.

La scelta tra tagliare e strappare non è semplicemente una questione di preferenza personale, ma una decisione che ha conseguenze concrete sulla salute dei nostri ecosistemi forestali. Scegliere di tagliare correttamente i funghi significa investire nella produttività futura dei nostri boschi e preservare la straordinaria biodiversità fungina del nostro paese.

 

 

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